Durante tutto il corso della vita, a livello microscopico, l’osso si distrugge e si ricostituisce continuamente per eliminare le aree usurate e strutturalmente indebolite, sostituendole con osso nuovo, sano e robusto.
Nella fase di crescita, la formazione del nuovo osso prevale nettamente sulla distruzione di osso deteriorato, con un aumento progressivo della massa minerale fino a raggiungere il livello massimo, detto “picco di massa ossea”, intorno ai 25-30 anni.
Nell’età adulta i due processi di formazione e distruzione sono in equilibrio.
Nella vecchiaia invece, la distruzione tende a prevalere sulla ricostruzione causando una lenta diminuzione della massa minerale ossea.
Quando la massa minerale ossea scende al di sotto di un certo livello si parla di osteoporosi.
L’osteoporosi è una malattia dell’apparato scheletrico caratterizzata da una riduzione della massa minerale ossea e da un deterioramento microstrutturale del tessuto osseo causando un aumento della fragilità ossea e del rischio di fratture, anche a seguito di traumi minimi come una semplice caduta, il sollevamento di un peso o addirittura starnutire.
Le fratture più frequenti sono quelle del polso, delle vertebre e del femore.
Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa. Secondo i dati ISTAT l’8,1% della popolazione italiana (il 13,5% delle donne e il 2,3% degli uomini) ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi, con prevalenza che aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare nelle donne dopo i 55 anni, fino a raggiungere il 32,2% oltre i 74 anni (il 47% delle donne e il 10,3% degli uomini).
L’osteoporosi può essere classificata in due gruppi: osteoporosi primitive e osteoporosi secondarie.
Le osteoporosi “primitive” sono forme che non derivano da altre malattie. La causa più frequente è il semplice invecchiamento, in cui tutti i processi biologici rallentano e diventano meno attivi ed efficienti. In particolare, nelle donne, le brusche alterazioni che accompagnano la menopausa determinano una improvvisa alterazione del metabolismo osseo, con un rischio significativo di andare incontro a osteoporosi (osteoporosi post-menopausale).
Le osteoporosi “secondarie” derivano da altre malattie o condizioni preesistenti. Rappresentano circa il 30% dei casi nel sesso femminile e il 60% dei casi nel sesso maschile e possono colpire a qualsiasi età, anche infantile e giovanile, per molte diverse cause, tra cui carenze alimentari, inattività fisica, malattie di varia natura (endocrino-metaboliche, renali, gastrointestinali, neurologiche, reumatologiche, ecc.) o terapie farmacologiche che determinano alterazioni del metabolismo osseo.
Quali sono i sintomi dell’osteoporosi?
La demineralizzazione ossea si sviluppa in maniera lenta e progressiva, e in generale, anche quando si arriva all’osteoporosi, non ci sono sintomi o segni particolari prima dell’improvvisa comparsa di una frattura.
Solo raramente può presentarsi con un vago dolore o senso di pesantezza alla schiena (in genere nella regione lombare) che compare dopo che si è stati a lungo in piedi, e che scompare rapidamente sdraiandosi: ma questo è ovviamente un sintomo, oltre che incostante, ben poco definito.
Molto più spesso, invece, l’osteoporosi si rivela improvvisamente con una frattura a seguito di un trauma di minima entità, e quindi con un forte, improvviso e persistente dolore, con impossibilità di movimento della parte interessata.
Lo screening
Per scoprire se si ha o meno l’osteoporosi è necessario misurare la massa ossea con la MOC – Mineralometria Ossea Computerizzata. A livello clinico e ospedaliero viene comunemente utilizzata la tecnologia DXA a raggi X.
Meno invasiva e più pratica, soprattutto per lo screening, è la tecnologia a ultrasuoni QUS, detta anche MOC a ultrasuoni che misura la resistenza dell’osso evidenziando eventuali situazioni di fragilità (osteopatia/osteoporosi) e quindi il rischio potenziale di fratture.
La MOC a ultrasuoni effettua l’esame al calcagno perché è sensibile ai cambiamenti di natura fisiologica, patologica o indotta dai farmaci, rispecchiando il metabolismo osseo sistemico. Si può effettuare direttamente in farmacia grazie a un piccolo dispositivo portatile e wireless che effettua la densitometria ossea computerizzata in soli 5 secondi con la massima precisione, esaminando il tallone, senza alcun utilizzo di raggi X, e l’attendibilità diagnostica è clinicamente validata.
Nel caso di persone adulte, i valori numerici di “densità ossea” ottenuti con la MOC sono confrontati con quelli della popolazione sana dello stesso sesso di età intorno ai 30 anni (il momento del “picco di massa ossea”), ottenendo un parametro detto T-score che indica di quanto il soggetto in esame si allontana dal valore medio della popolazione giovane e sana.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce “normalità” un valore di T-score superiore a -1, “osteopenia” un valore di T-score compreso fra -1 e -2,5, e “osteoporosi” un valore minore di -2,5.
Le farmacie e i farmacisti sono quotidianamente impegnati al fianco dei medici nella prevenzione dell’osteoporosi. Grazie all’introduzione progressiva di nuovi servizi e tecnologie sono in grado di rispondere alle crescenti esigenze di salute ed essere sempre vicini al cittadino come lo screening dell’osteoporosi.
È un esame facile, non invasivo e non doloroso, senza alcuna esposizione a radiazioni.
È importante effettuare questo screening in accordo con il proprio medico curante che, una volta generato il sospetto di osteoporosi, prescriverà, se necessario, ulteriori approfondimenti diagnostici e i trattamenti del caso.
Vivere con l’osteoporosi
Se è stata diagnosticata l’osteoporosi è necessario apportare delle modifiche allo stile di vita rendendolo sano e corretto, abolendo alcol e tabacco e iniziando a praticare con costanza attività fisica. È inoltre opportuno adottare alcune precauzioni quali:
- avere calma nello svolgimento delle quotidiane attività di casa, evitando incidenti dovuti alla fretta;
- scegliere scarpe con suola antiscivolo e tacco basso;
- fare in modo che l’ambiente domestico e l’ambiente lavorativo siano privi di ostacoli come tappeti, cavi, tavolini;
- ottimizzare l’illuminazione riducendo al minimo i punti meno visibili e pericolosi;
- far installare barre e mettere tappeti antiscivolo nella vasca o nella doccia.