Respiro affannoso: causa inquinamento, fumo o acari?

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Inquinamento, acari e virus stagionali: nei mesi invernali i polmoni sono costretti ad un super lavoro e ne patiscono.  L’organo che come nessun altro utilizza l’ambiente in cui viviamo per funzionare, perché da questo trae i gas necessari alla vita, è messo continuamente sotto pressione. Stiamo parlando dei polmoni, i quali vengono costantemente maltrattati, con il fumo, lo smog, l’inquinamento e la disattenzione a certi campanelli d’allarme. E così il respiro di questi tempi può farsi più affannoso, interrotto corto. Dopo l’estate inizia un periodo complicato da questo punto di vista, perché nelle città tornano a circolare tante auto, perché in casa iniziano a moltiplicarsi gli acari e in generale perché ci si inizia ad avviare verso i mesi freddi, quando in tanti incontrano virus che provocano infezioni respiratorie e quando vengono accesi gli impianti di riscaldamento, altra fonte di inquinamento importante. Ma il vero nemico dei polmoni non risponde al passare delle stagioni, e non ha a che fare con l’ambiente. A danneggiarli più di qualunque altra cosa sono le sigarette.

Asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco)

Quando si parla di respiro sono due le malattie principali che lo rendono più difficile.

Entrambe sono nella lista delle patologie più diffuse nella popolazione, visto che in Italia riguardano milioni di persone. Si tratta di asma e Bpco, sigla che sta per broncopneumopatia cronica ostruttiva. Possono avere cause diverse ma in alcuni casi sovrapponibili. L’asma colpisce di solito persone più giovani ed è legata in buona parte, circa nel 50 % dei casi, a problemi allergici. Sono circa 3 milioni in Italia le persone che soffrono di questa malattia, che può essere tenuta sotto controllo o addirittura risolta completamente con i farmaci e con periodi di aerosolterapia, a seconda della gravità della situazione del singolo paziente. Con l’aumento delle allergie, soprattutto in età pediatrica, ma anche tra gli adulti, anche l’incidenza dell’asma è cresciuta. Sull’incremento delle persone allergiche negli ultimi decenni si sono fatte varie ipotesi. Ciò probabilmente è legato alla diminuzione di infezioni, che impegnavano il sistema immunitario a difendersi da patogeni esterni. Per i polmoni, prendiamo ad esempio la tubercolosi. 30, 40, 50 anni fa era molto diffusa e quindi i linfociti dovevano fronteggiarla. Ora che è scomparsa, il sistema immunitario reagisce agli allergeni, dando infiammazione bronchiale e asma. I responsabili possono essere acari della polvere, pollini e altri fattori naturali contro i quali l’organismo scatena una reazione. Lo smog non è causa dell’asma ma la può aggravare.

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) colpisce circa 5 milioni di persone nel nostro Paese, delle quali poco più della metà con ostruzioni moderate o gravi. Tanti sono gli anziani che soffrono di forme molto importanti. Il punto, come spiegano gli pneumologi, è che la malattia è spesso sottostimata, nel senso che non viene diagnosticata e quindi le persone in trattamento sono molte meno di quelle che hanno la patologia. Non curare conduce lentamente al peggioramento delle condizioni di salute di chi ha questo problema cronico. Circa la metà delle persone colpite fumano e molte di queste credono di avere un po’ di fiato corto proprio a causa delle sigarette e non immaginano di aver sviluppato una malattia. La broncopneumopatia cronica ostruttiva spesso viene scambiata d’inverno per un’influenza o un comune raffreddore e per questo motivo, il più delle volte, non viene intercettata dai medici per tempo. Un intervento tempestivo e una adeguata terapia, come cicli di aerosolterapia, terme o in alternativa l’utilizzo di inalatori termali, potrebbero tenerla sotto controllo.

Se eliminassimo il fumo abbatteremmo i problemi. Sappiamo tutti che la sospensione di questo vizio incide in positivo – già a partire dall’anno successivo – sui rischi della mortalità cardiovascolare. Ma ci vogliono tra i 5 e i 10 anni per vedere una ripresa vera e propria dei polmoni

Che ruolo ha l’inquinamento nelle patologie respiratorie

Come fattore causale ha un peso molto inferiore rispetto al fumo di sigaretta, diciamo di 1 a 50. Ma lo smog porta al riacutizzarsi sia dell’asma che della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Alcune particelle dell’inquinamento, ad esempio, legano con gli allergeni e li portano più facilmente ai polmoni, inoltre l’associazione inquinamento-fumo aumenta ovviamente i rischi.

E le malattie stagionali? Le infezioni vanno prevenute. Per questo sono molto importanti le vaccinazioni contro l’influenza e lo pneumococco per tutte le persone a rischio. Inoltre, bisogna riconoscere e cogliere il prima possibile i sintomi che possono far pensare a una malattia cronica respiratoria. Una persona che ha la tosse per 2 mesi all’anno, in particolare sopra i 40 anni e se fumatore o ex fumatore, deve farsi visitare.

Lo stile di vita

I polmoni si possono allenare, il loro benessere può essere mantenuto attraverso una serie di accorgimenti. Facendo attenzione, per esempio, ai comportamenti a rischio, favorendo l’attività fisica e curando l’alimentazione. L’attività fisica può servire contro le malattie respiratorie, così come una sana alimentazione. Questo perché entrambi, contribuiscono al benessere fisico che è fondamentale per alimentare la muscolatura che viene utilizzata per la respirazione.

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